Steven Holl | La progettazione architettonica nasce da un concetto significativo

Già da bambino l'architetto Steven Holl provava il gusto di costruire, sperimentando e intuendo gli elementi essenziali dell’architettura, che in seguito analizzò formalizzati razionalmente dai suoi maestri. Il suo processo progettuale (razionale) poggia su una robusta base emozionale. Cos'è l'idea centrale o concetto iniziale e significativo, all’origine delle sue architetture, come anche di quelle di Carlo Scarpa, Sigurd Lewerentz, Le Corbusier, Louis Kahn, Adolf Loos?
In primo luogo un piacere, il gusto di costruire. Poi è esperienza, tanto da suggerire didatticamente ai propri studenti della Columbia University di andare a vedere, vivere, immergersi fisicamente nelle architetture. In terzo luogo è percezione di luce, colore, tatto, odore e suoni degli edifici. Poi è una sorta di instinct, un significato essenziale comprensibile anche da un bambino di cinque anni. Poi è una forza che sostiene il significato intellettuale e che sta tutta nello spazio del progetto, nella sua luce, nel suo materiale (una mattina, arrabbiato perché l’aria condizionata non funzionava, si mise a disegnare con l'aggressività che aveva accumulato, meravigliandosi di ciò che progettualmente emergeva dai suoi disegni). Poi vision, cioè contemplazione dell’intero. Infine sono essenziali le mani: non c’è mai stato un solo giorno in cui non abbia disegnato e ogni concetto significativo all'origine dei suoi progetti è sempre stato studiato attraverso una serie di acquerelli.
«Nella dimensione digitale dell’architettura di oggi c’è una superficialità, che aggiunta alla velocità, male si adatta al pensiero. L’architettura dovrebbe essere portata allo stesso livello del pensiero… Educare all’architettura implica due cose: visitare fisicamente un edificio, perché è lì ch’esso vi sa parlare. E la seconda è che l’interno di un edificio deve sempre valere più del suo aspetto esterno».

Per approfondire:
1. The Architect Series: A documentary on: Steven Holl Architects, 2019
2. Questions of Perception: a Phenomenology of Architecture, 2007
3. Un cuore pensante. Perché l'affettività è la metà perduta della nostra ragione, cap. 5