Lei è l'indiana Ela Bhatt. In India sono 600 milioni le donne che spesso vivono in condizioni drammatiche (primo Paese, in termini assoluti, per numero di spose bambine; ogni 22 minuti un’indiana viene stuprata; ogni ora un'indiana viene uccisa per dispute familiari; un Paese al 115esimo posto su 128 per opportunità offerte alle donne). Nel 1972 fondò il Sewa, primo sindacato delle donne indiane invisibili, precarie e analfabete (raccoglitrici di stracci, trasportatrici di ceste, verduraie ambulanti ecc.), che divenne alveo di una sorellanza già presente concettualmente nella lingua gujarati, che utilizza il suffisso ben (sorella) nei nomi femminili. La Sewa crebbe, imparando a rispondere ai bisogni delle donne (educazione familiare, salute femminile, finanziamenti). Per sottrarre le donne ai ricatti economici, Ela Bhatt creò la Sewa Bank, prima banca di microcredito che dimostrò la validità di un approccio economico, in cui i prestiti vengono restituiti nel 99 per cento dei casi con guadagno di tutti. Finché nel 1976, con un’imprenditrice africana e una banchiera americana, Ela fondò a New York la Women’s World Banking, che oggi sostiene migliaia di piccole imprese femminili in tutto il mondo.
A cosa ha dato valore concreto ed esperienziale Ela Bhatt? Alla donna, alla sua dignità e alle sue capacità, coinvolgendo una per una le donne incontrate. Sulla base di un sapere nato dalla risposta a bisogni vitali, Ela Bhatt ha poi costruito un approccio razionale all'economia, che ne fa un servizio all'uomo.Per approfondire:
1. Ela R. Bhatt, We are poor but so many: the story of self-employed women in India, 2006
2. Shri Mahila Sewa Sahakari Bank Ltd., Ahmedabad, Gujarat (India)