Armando Diaz | Un pensiero vincente
Nel 1917 sul fronte italiano orientale si alternarono due tipologie di pensiero: quella razionale del generale Luigi Cadorna, che stava portando alla disfatta, e quella estesa, calda e affabile del generale Armando Diaz, che fu protagonista della difesa sul Piave.
Il primo era ossessionato dal passato, il secondo guardava al futuro. Il primo non era mai stato in combattimento, il secondo aveva esperienza sul campo. Il primo era determinato dal rapporto gerarchico con i vertici politici, il secondo considerava prioritario il rapporto con i soldati. Il primo comandava dei sudditi, il secondo dei cittadini. Il primo calava dall'alto un'analisi astratta, declinandola in ordini che talvolta non arrivavano neppure a destinazione, mentre il secondo stava con i suoi uomini comprendendone i bisogni. Il primo non aveva alcun riguardo per i sentimenti dei suoi soldati, il secondo sapeva che chi combatteva doveva sentirsi protetto, benvoluto e ispirato. Il primo decimava i propri stessi soldati, il secondo sospese le decimazioni, allungò le licenze, aumentò la paga, migliorò il vitto, introdusse momenti di svago. I suoi uomini ne sentirono la vicinanza, lo seguirono e ripresero un territorio che fino all'Isonzo era sempre stato italiano, finché nel novembre 1918 venne firmato l'armistizio che pose fine al primo grande conflitto mondiale.
Per approfondire:
Una giornata particolare, La7: Caporetto: la disfatta e la rinascita.